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Immagine del redattoreSilvio Mancinelli

Due chiacchiere con Giuseppe Paradiso


1 – Ciao Giuseppe, prima di passare al disco voglio chiederti una cosa: possiamo dire che nella musica della musica il batterista non è soltanto quello delle percussioni ma è anche un leader? Pensiamo a De Piscopo fino a Dave Grohl?

Possiamo dire che ormai innumerevoli sono i batteristi leaders di formazioni e compositori. Credo sia importante menzionare anche tutti i piu`grandi batteristi (del passato e moderni) conoscevano o conoscono approfonditamente armonia e composizione, oltre essere arrangiatori. Nel ruolo di batterista di per se`possiamo gia`pensare ad una figura che dirige un ensemble, definendo forma e struttura di un brano, groove e linguaggio stilistico, dinamiche, andamento, ‘feel’. Personalmente ho sentito parecchi musicisti (non batteristi), presso il Berklee College of Music di Boston, dove ho studiato, fare riferimento alle musiche di batteristi leader e compositori, essendo talmente riconoscibili per freschezza e originalita`di idee; alcuni dicono i batteristi sono i migliori arrangiatori:) Nella storia della batteria i leaders batteristi che hanno spianato la strada per generazioni successive sono innumerevoli, possiamo citare Max Roach, Tony Williams, Jack Dejohnette, Joey Baron, Terri Bozzio, Phil Collins e troppi da elencare in questo articolo.

2- Ascoltando il tuo nuovo disco ho pensato alla Orchestra di Piazza Vittorio che contiene in sé tante esperienze culturali diverse, ma anche il jazz di Kamasi Washington. Da dove viene l'amore per il jazz ma anche per la multiculturalità? Mi sono avvicinato alla musica nella giovane eta`di 4 anni suonando pentole e tegami in cucina di mia madre. All’eta`di 5 anni ho ricevuto la mia prima batteria e ricordo di suonare sui vari dischi di diversi generi mio padre teneva in salone. Sin da bambino sono stato esposto a diversi generi musicali spaziando dal Rock al Reggae, dal Pop alla World Music. Tra i dischi di mio padre trovai Miles Davis, Charlie Parker e John Coltrane e negli anni di adoloscenza iniziai cosi`il mio amore e percorso verso la music jazz ed in generale per la musica Afro-Americana. La bellezza, la profondita`, la creativita`, l’improvvisazione, tutto cio`che questa musica rappresenta e trasmette, per non parlare della maestria musicale dei maggiori esponenti del jazz sono stati indubbiamente elementi indelebili nella mia vita. L’amore per il jazz mi ha cosi`portato ad approfondire gli studi musicali a livello nazionale e internazionale, oltre che suonare con diversi musicisti in Italia e all’estero. Sono fiero di dire che la musica mi ha portato in giro per il mondo essendo attualmente residente a Boston negli Stati Uniti dal 2008.

Per quanto riguarda la multiculturalita`, sono sempre stato affascinato dall’esplorazione di altre culture e curioso di scoprire tutto cio`che questo mondo variegato ci offre. Ho sempre trovato inspirazione da musiche provenienti da diverse parti del mondo e culture, con particolare attenzione verso la musica proveniente dal Mediterraneo, West-Africa e Americhe.

Vivere durante gli ultimi 12 anni in un centro ricco culturalmente e cosi`multiculturale come Boston, mi ha indubbiamente aiutato ad approfondire questa ricerca, esponendomi direttamente a persone e musicisti provenienti da diverse culture, elemento fondamentale che mi ha portato ad una conoscenza piu`profonda della mia identita`, ridici e cultura. Tutto cio`viene indubbiamente riflesso nella mia musica originale.

3- perchè in Usa ci sono tanti musicisti di origine italiana sulla cresta dell'onda?

L’Italia e` un paese che offre grandi musicisti, artisti, intellettuali, creatori, scienziati etc. E`un paese molto ricco culturalmente e credo un italiano che lascia il proprio paese per seguire i propri sogni, ambizioni e obiettivi sia disposto a fare tutti i sacrifici possibili per vederli realizzare, mettendoci tanta dedizione e lavoro, affinche`i propri sacrifici abbiano un senso. In un paese che offre diverse opportunita` come gli Usa e un’ apertura verso il ‘nuovo’ e ‘originale’, oltre che un sistema di meritocrazia, credo diversi italiani abbiano trovato gli spazi e l’opportunita`per esprimere le proprie capacita`e competenze.

Inoltre come ben sappiamo negli Stati Uniti la cultura italiana e`ben presente e fortemente sentita, se si pensa anche alla grande fetta di popolazione americana di discendenza italiana.

4- I tuoi impegni futuri quali sono?

Al momento la pubblicazione di questo nuovo disco mi vede impegnato con diversi concerti negli Stati Uniti, citando il prestigioso Regattabar jazz club di Cambridge dove eseguiremo il release concert il 13 Febbraio. Dopodiche`il progetto girera`per il New England includendo il Rhode Island, New Hampshire, Maine per poi approdare a Citta`del Messico e chissa` quest’estate in Italia?

Nel frattempo progetti per il futuro vedono anche la fase imminente della preparazione del mio terzo disco con Meridian 71, molto probabilmente con registrazione tra la fine del 2020 e inizio 2021.


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