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Immagine del redattoreSilvio Mancinelli

Due parole con Giorgio Ciccarelli


Ringrazio Giorgio per aver voluto rispondere alle mie domande.

Prima di tutto, come è nato il sodalizio con Nanco, artista che seguo da un po' di tempo?

Ci siamo conosciuti ad un mio concerto a Pescara e in quella occasione, Nino mi ha interessato molto come persona. Dopo qualche tempo ho sentito un suo concerto. Mi ha colpito molto la sua capacità di comunicare con la gente e di farla partecipare. Ci siamo tenuti in contatto e quando si è presentata l’occasione di far qualcosa insieme, non ce la siamo fatta sfuggire

Pubblichi dischi dal 1986, hai fatto parte di molte importanti band: ci sono attualmente giovani band che riescono a percorrere gli stessi passi di quelle degli anni 90?

C’è troppa differenza tra i periodi storici per mettere a confronto una giovane band degli anni ‘90 con una dell’ormai 2020, ma ti posso dire che una band, negli anni ‘90, se valeva, riusciva in qualche modo ad emergere, non dico a vivere di musica, ma quantomeno a farsi notare, a crearsi una fan base che andava ai concerti. Insomma a dar origine ad un “giro” virtuoso che poteva portare a far crescere e a sviluppare la propria proposta e proporla ad un pubblico interessato. Oggi, quella stessa band, sarebbe relegata nella sala prove e l’unico obiettivo/speranza sarebbe quello di andare ad X-factor per farsi notare

Si vendono sempre meno chitarre e strumenti “veri”, sembra che il mito della guitar hero sia in estinzione. I giovani di oggi fanno musica con il pc e utilizzano lo streaming. Stiamo peggiorando?

Per noi “anziani” è sicuramente un peggioramento, ma è giusto che sia così. Ogni periodo storico ha la sua piccola rivoluzione incomprensibile alla generazione precedente. Certo è che quest’ultima “rivoluzione” ha completamente cambiato le carte in tavola, c’è un nuovo linguaggio, nuovi strumenti che hanno sotterrato quelli vecchi. Mai come questa volta c’è un muro quasi invalicabile che separa questa nuova generazione e tutte quelle venute prima. Personalmente mi sforzo di comprendere, anche perché avendo due figli adolescenti, ci sono dentro fino al collo, ma è dannatamente difficile…

Viviamo in periodo abbastanza basso per quanto riguarda le relazioni sociali tra razzismo, terrorismo ed altro. Può, la musica, salvarci da questo come si pensava negli anni 60?

Credo che niente e nessuno possa salvarci da questo declino, tantomeno la musica. L’Italia è un paese che sta precipitando nell’abisso e precipita con una velocità alla quale forse non eravamo preparati, il razzismo è stato sdoganato, gli insulti ai diversi, solo perché diversi, sono all’ordine del giorno e non creano alcun imbarazzo, in parlamento c’è gente che non vota la (sacrosanta) commissione contro l’odio. Penso proprio che la musica, in questo momento storico, sia lontanissima dal poter incidere minimamente, figuriamoci salvarci…

Ultima domanda: che differenza c’è nel suonare in una band a fare il solista?

Differenze enormi, Band, almeno per come la intendo io, è condivisione e in qualche modo fratellanza. Fare il solista non permette alcuna condivisione … di buono c’è che sei costretto a fare i conti con i tuoi limiti e a tentare di superarli

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