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Immagine del redattoreSilvio Mancinelli

Due chiacchiere con Umberto Palazzo


Ho conosciuto Umberto di persona e lo stimo tantissimo, musicista, dj ed insegnante di produzione elettronica. Ho voluto scambiare due parole con lui e lo ringrazio per questo.

Tu hai vissuto il fermento bolognese della musica indipendente essendone protagonista: come è cambiato l'approccio dei musicisti verso la musica dagli 90 ad oggi?

Il musicista è uscita dall’immaginario dei ragazzi come un modello fico. Le nuove band sono rarissime. Chi si vuole mettere in mostra lo fa via Instagram. Il musicista per loro è uno sfigato inchiavabile e nessuno vuol essere uno sfigato inchiavabile. In parte vale anche per il dj.

Tu ora fai anche il dj, proponendo musica di vario genere. Il ruolo del dj come è cambiato? Ha ancora una funzione di “pastore” musicale? Far capire dove va la musica? Oppure deve sottostare al volere del pubblico?

Come dicevo, anche il dj è diventato uno sfigato inchiavabile. Non ci sono assolutamente margini di proposta, non esiste più l’alternativo. Non c’è stato ricambio, esiste solo il mainstream. La proposta nuova viene rifiutata violentemente e comunque la gente non esce più e ancor meno va a ballare. Il venerdì era la grande serata di Pescara e oggi è un mortorio con poche persone in giro e quasi nessuno dopo le due

Ho cominciato ad ascoltare musica rock nel 1992, con “Nevermind” dei Nirvana, con il quale ho scoperto che in un disco si poteva, oltre che cantare, anche gridare. Ora i ragazzi preferiscono un pc e un bel programma per produrre musica. Come la vedi questa cosa?

Credo che siamo andati già oltre e che i ragazzi preferiscano spararsi le pose su Instagram e quindi fanno la musica che lega bene. Io insegno produzione elettronica. Anche lì non è che ci sia tanto interesse e che ci siano molte produzioni in città. Mi sembra che a Pescara negli ultimi due anni non si sia prodotta musica che sia poi stata pubblicata

Sei un appassionato di Festival musicali? I tuoi preferiti quali sono?

Non lo sono. Andrei al Primavera

A proposito del discorso su dove va la musica, in Italia negli anni 90 avevano un bel po' di band alternative, dai Marlene Kuntz, ai tuoi Santo Niente, agli Afterhours, alle posse di Napoli, una ricchezza di suoni che è andata persa ora. Ora i giovani hanno un nuovo modo di comunicare: c'è la trap, il rap, il soul. Che ne pensi? E soprattutto cosa bisogna dire a chi, ogni volta che esce un artista nuovo, dice che è meglio a ascoltare i Led Zeppelin ( c'è sempre qualcuno che lo dice quando metto i dischi, sia che metto i Soundgarden, sia se metto i Black Rebel Motorcycle Club)

E’ il solito discorso da vecchi che ha contribuito a uccidere il rock. I locali di maggior successo, di successo stupefacente, sono quelli che fanno tribute band per un pubblico seduto che mangia patatine e hamburger e si gonfia la pancia di birra senza alzare mai il culo. Una fine molto triste per il rock

Noi che amiamo il rock, arriviamo ad ascoltare la musica ricercando le radici: da Hooker a Fela Kuti, la musica nasce dal popolo nero. A chi ora cerca di dividere l'essere umano, ancora nel 2019, tra belli e brutti, possiamo dire che sono poco rock?

E’ cambiato pure quello, va detto che il pubblico medio del rock e il musicista rock medio odia la black music e questa cosa nasconde quasi sempre altro. Purtroppo l’ambiente rock è imbarazzante anche per quello che riguarda le convinzioni civili, infatti le band che furono considerate alternative si guardano bene dallo schierarsi. Gli unici, mi sembra, sono stati i Marlene Kuntz e hanno ricevuto reazioni contrarie violentissime. Ricordi quando negli anni ottanta Morrissey diceva che c’era una congiura della black music contro il buon pop rock indie bianco e a noi piaceva quello che diceva? Oggi il pubblico di Morrissey lo appoggia nella sua scelta di sostenere l’equivalente inglese di Forza Nuova. Il rock per buona parte del suo pubblico effettivo è diventata la musica identitaria dei bianchi

Sei un amante di Bowie, cosa ha lasciato il Duca alla nuova leva musicale?

La nuova leva musicale non ascolta che la musica di questa leva. Quando faranno un biopic decente verrà scoperto da questa leva che lo ignora totalmente

Ultima domanda circa la divulgazione. Quando facevo le medie ho dovuto comprare il flauto. Non sarebbe meglio fare una pianificazione musicale della storia della musica così da appassionare i ragazzi a una cosa, che nel bene e nel male, li accompagnerà fino alla fine dei loro giorni?

E’ già tanto se non fanno sparire l’insegnamento della Storia, questi qui

Grazie!!!

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