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Immagine del redattoreSilvio Mancinelli

Bye Bye Japan - In the cave


Con “In the cave”, i Bye Bye Japan ci raccontano come il rock venga ancora suonato da qualche gruppo. Alla fine di questi 20 anni 2000, nei quali le chitarre sono meno utilizzate, questo trio (un po' come i primi Nirvana), ci racconta la sua storia utilizzando un registro abbastanza desueto per il nostro tempo. “In the cave” è composto da dieci canzoni nate come forma mentis sicuramente negli anni 90 . Come non citare, per questa band, riferimenti come i Nirvana appunto, i Sonic Youth e la prima Polly Jean? C'è infatti quella pesantezza musicale ( non negativa ci mancherebbe!) di sottolineare con grandi suoni delle frasi, quei ritmi un po' rallentati, proprio in stile grunge. I Bye Bye Japan sono quindi una band post punk, fiera del suo essere messaggero di un rock che è poco utilizzato attualmente. È un tempo un po' confuso questo: Salmo, che è un rapper, va in giro con una band per far capire ai giovani che suonare uno strumento rimane importante. I Bye Bye Japan invece sono proprio integralisti e lo fanno con coraggio perchè già è difficile sfondare con questo genere in Italia, figurarsi in un tempo in cui sono la trapper e il soul a far da padroni. Addirittura, musicalmente, la band va ancora più indietro nel tempo con “R-Shine” e con un po' di blues nella successiva traccia. Disco interessante che va controtendenza rispetto al resto della musica offerta.

La tracklist

  1. Elephant people

  2. Drifting

  3. The bump

  4. Brazzaville

  5. In the cave

  6. Candle code

  7. Helltown bridge

  8. R-Shine

  9. Polly Jean Beacker

  10. Time to do everything

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