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Immagine del redattoreSilvio Mancinelli

Devocka - Meccanismi e desideri semplici


In questo mondo nel quale, con la trap e gli strumenti digitali, si cerca di andare oltre la tradizionale forma canzone, c'è chi ancora ha una visione retrò. Un esempio è l'ultimo disco dei Devocka, “Meccanismi e desideri semplici”. Parlo di visione retrò perchè questo album, pubblicato a sei anni dal precedente, ripropone schemi sonori già ascoltati e a me cari. Se vogliamo rimanere in Italia, i riferimenti sono quelli dei Marlene (“L'imbecille” la traccia che chiude il disco fa pensare a Godano e soci), e altre band come i Massimo Volume e i Teatro degli Orrori che mixano il genere postpunk ad un cantato che sa più di recitato. In Europa “Meccanismi e desideri semplici”, potrebbe essere stato ispirato dai Killing Joke di Jaz Coleman e Geordie Walker. Il disco dei Devocka, quindi, non si sposta più di tanto da questi schemi, anche se poi, all'interno, ci si può rimane in maniera banale o in maniera più elegante. La band di Igor Tosi, nonostante non sia originale, ha una bella potenza di suono che farà sicuramente piacere agli amanti del genere e quindi non risulta mai banale. Non direi che il disco sia un album ordinario, perchè della roba buona c'è, il problema potrebbe essere l'incastonamento del prodotto all'interno di un periodo musicale totalmente differente rispetto a quello degli anni 80 e 90, ed infatti l'uso di sintetizzatori e drum machine, serve ad dare una rinfrescatina. “Meccanismi e desideri semplici” rimane una battaglia di retroguardia, una bella battaglia, comunque.

La tracklist

  1. Storia senza nome

  2. Bestemmia

  3. Maledetto

  4. Lezione a memoria

  5. Questa distinzione

  6. Un bacio cieco e interminabile

  7. Siamo già finiti

  8. Nel vortice

  9. Ultimatum di un errore

  10. L'apice del masochismo

  11. L'imbecille

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