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Immagine del redattoreSilvio Mancinelli

Vasco: genio o grande bluff?


Molti oggi scriveranno post pro e contro il grande evento di Modena Park, perchè è normale che sia così. Quando c'è un grande evento si parla di quello, è ovvio. Insomma l'oggetto di questo articolo, avete capito, è il Blasco. Premetto che io musicalmente sono sempre stato con la mente e soprattutto l'orecchio aperto. La mia discografia abbraccia sia Bennato che i Sepultura. Ho amato Vasco nella mia gioventù. Non ho avuto un fratello più grande che mi passava le cassette degli U2 o degli Smiths. E nonostante avessi solo mia mamma che la domenica mattina, mentre puliva casa, mi cantava le canzoni italiane anni 60, io sentivo in me qualcosa di musicalmente ribelle. E Vasco con quella faccia da sbandato, con quelle canzoni come “Jenny è pazza” o “Faccio il militare”, mi sembrava e mi sembra ancora oggi diverso da chi come Ramazzotti o la Pausini cantava solo cose poco originali e piene di rotture di palle. Vasco è sempre stato diverso, è più paragonabile a un Rino Gaetano. L'ultimo mio disco che lo riguarda è “Gli spari sopra” del 1993. Dopo di quello l'ho visto sempre meno rock e con arrangiamenti troppo distanti dal mio gusto musicale. Ora Vasco rappresenta il solito dilemma: quelle 250.000 persone che saranno al cinema e a Modena per i suoi 40 anni danno diritto a considerarlo un grande della musica mondiale? Oppure nonostante sia un fenomeno popolare, musicalmente vale poco? Non c'è una verità oggettiva secondo me, ma una cosa va detta. Se prima degli anni 90 esisteva una certa separazione da quello che era alternativo e quello che non lo era, poi la cosa è cambiata. Già negli anni 80 band come gli U2 o i Cure, giusto per citarne due, erano ben conosciute, soprattutto i Nirvana, nella decade successiva, hanno sbancato. Erano presenti in varie radio commerciali, nelle classifiche italiane di dischi. Hanno eliminato quella barriera tra l'alternativo e il commerciale. Ed anche l'alternativo è diventato commerciale e lucroso. Si è unificata la musica insomma. Chi era alternativo non vedeva di buon occhio questa nuova ondata di pubblicità. Per me il rock rimane una cosa popolare, non ha confini se non quelli messi dalla musica stessa. Se il messaggio arriva a molte persone, vuol dire che si è fatto centro. Vasco, se non all'inizio, non è mai stato alternativo ma in questi 40 anni ha mantenuto una coerenza musicale oltre le mode. E anche il suo messaggio è arrivato lì dove voleva arrivare. Un po' a tutti. Anche i suoi testi, alcuni dei quali apprezzo molto, con le sue sillabe o vocali, messe lì a finire le frasi, sono un suo marchio di fabbrica, che lo rendono riconoscibile. Scrive meglio lui che Tommaso Paradiso, per intenderci. E nonostante auguri alle nuove leve come i Thegiornalisti di arrivare a fare tra 40 anni un concerto di quelle dimensioni, credo che Vasco sia un esempio più unico che raro. E siccome lui ha affermato che suona per divertire e divertirsi, allora si scopre che è forse uno dei pochi artisti sinceri della musica rock, nella quale molti si atteggiano a leader, o a portatori di chissà quale verità. Auguri a chi si godrà il concertone.

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